La tassa sui servizi che dal primo gennaio sostituirà Imu e Tares sarà
federalista, ovvero saranno i Comuni a decidere come e quanto si
pagherà. Grazie al tetto che il governo imporrà alle aliquote, il peso
sulle tasche dei cittadini non dovrebbe superare quello dell’attuale tassazione sulla casa,
ma molto resta ancora da definire. Il lavoro andrà avanti fino alla
legge di stabilità dove saranno inseriti tutti i dettagli. Il governo ha
comunque spiegato che la service tax si baserà su due
componenti. La prima – Tari – è di fatto quella che sostituisce la
Tares. Sarà dovuta da chi occupa, a qualunque titolo, locali o aree
suscettibili di produrre rifiuti urbani. Le aliquote, calcolate in base
ai metri quadrati, saranno parametrate dal Comune a propria
discrezionalità ma nel rispetto del principio comunitario “chi inquina
paga”. La seconda componente – Tasi - sarà, ha
specificato il governo, a carico di chi occupa fabbricati e sarà il
corrispettivo pagato per i cosiddetti servizi indivisibili, come
l’illuminazione o lo stato dello strada. Anche in questo caso sarà il
Comune ad avere la massima flessibilità potendo scegliere come base
imponibile o la superficie o la rendita catastale.
La seconda parte della service tax sarà a carico sia del proprietario
(in quanto i beni e servizi pubblici locali concorrono a determinare il
valore commerciale dell’immobile) che dell’occupante (in quanto fruisce
dei beni e servizi locali). Due infografiche di Centimetri sulla service tax:
Gli approfondimenti del Tesoro sulle possibili soluzioni per la riforma
dell’Imu avevano evidenziato che l’introduzione della service tax
sarebbe con ogni probabilità risultata ”neutrale dal punto di vista
finanziario”, anche tutelando le famiglie, proprietarie e locatarie, più
bisognose o numerose. In assenza di agevolazioni per i redditi più
bassi, infatti, il gettito dell’Imu ad aliquota standard (circa 3,4
miliardi di euro) e la contestuale eliminazione della maggiorazione
Tares (valutato in 1 miliardo) sarebbe assicurato da un’aliquota
dell’1,9 per mille della nuova service tax (4,3 miliardi). Introducendo
invece agevolazioni per tenere conto delle situazioni soggettive di
svantaggio, si potrebbero incassare altrettanti 4,3 miliardi con
aliquote variabili tra 1,9 e 3,4 per mille, in dipendenza della
modulazione dell’agevolazione concessa.
venerdì 30 agosto 2013
mercoledì 28 agosto 2013
Bonus assunzioni disoccupati: come funziona e come farne richiesta
Dallo scorso 1 gennaio è possibile fruire della
riduzione del 50% nella spesa per i contributi Inps: ecco quali sono le
caratteristiche di questa innovazione, e come poterne entrare in possesso.
Dallo scorso 1 gennaio 2013, grazie alla legge 92/2012, è possibile fruire di una importante agevolazione: la riduzione del 50% della spesa per i contributi che ogni datore di lavoro deve effettuare per l’assunzione di alcune particolari categorie di lavoratori.
I datori di lavoro potranno beneficiare di tale riduzione contributiva se assumeranno:
uomini o donne con almeno cinquant’anni di età e “disoccupati da oltre dodici mesi”;
donne di qualsiasi età, residenti in aree svantaggiate e “prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi”;
donne di qualsiasi età, con una professione o di un settore economico caratterizzati da un’accentuata disparità occupazionale di genere e “prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi”;
donne di qualsiasi età, ovunque residenti e “prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno ventiquattro mesi”.In cosa consiste la riduzione della spesa contributiva
La riduzione della spesa contributiva è valida sia per quanto attiene le assunzioni a tempo determinato, che quelle a tempo indeterminato che, ulteriormente, per le trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato. Inoltre, l’incentivo ha validità anche per le ipotesi di part time, in caso di assunzione a scopo di somministrazione e per i soci di cooperative. La differenza consiste nella sua durata: per i contratti a tempo indeterminato, infatti, lo “sconto” ha validità per 18 mesi; per i contratti a tempo determinato la sua validità invece limitata a 12 mesi.
Come richiedere l’agevolazione
L’agevolazione può essere richiesta direttamente mediante il sito internet dell’Inps, inviando l’apposito modulo di istanza di cui alla l. 92/2012 a disposizione presso il Cassetto previdenziale Aziende. Ricordiamo, in proposito, che la comunicazione deve essere presentata prima dell’invio della denuncia contributiva dove verrà indicata la contribuzione agevolata. Per chiarimenti e dubbi, vi consigliamo di contattare l’agenzia Inps più vicina alla vostra attività.
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